Conoscevo Antonio dalla tenera età ......
Eravamo legatissimi.....
Conoscevo i suoi pensieri i suoi desideri più profondi.....
Vi posso garantire che:
Lui c'è sempre e Più di prima
..........
Abbracciate i ricordi con lui e sarete sereni....
lui è dove auspicava di essere .....
Accanto a chi ha servito con devozione per una vita ....
Antonio è sempre stato una splendida persona ed oggi più che mai uno splendido Angelo del Signore che lo ha chiamato a se presto perché gli serviva averlo accanto.....
Aveva terminato il servizio qui giù da noi....
Lo ha mandato quando ha ritenuto opportuno e lo ha richiamato a se quando lo ha ritenuto opportuno nuovamente
Lui fa e lui disfa....
Siamo nelle sue grandi mani ........
Credetemi le ns malinconie la ns tristezza a lui non fanno piacere a lui non giovano
Ci vuole sereni e più che mai felici !
per questo osserviamo le sue volontà .......
Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo avrà sempre un posto speciale nelle sue preghiere .....
Carissimo Peppe, non potendo fare diversamente, affido a questa lettera tutto il calore,la fraternità,l'affetto,l'amicizia possibile,in
questi giorni in cui Antonio è volato verso l'Amore infinito del nostro Padre Buono.
Sono giorni di smarrimento e di dolore che solo la preghiera e l'unione fraterna della comunità riesce a rendere più sopportabile.
E in questi giorni continuo a pensare alla presenza di Antonio nella mia nelle nostre vite,e non bisogna pensarci tanto perchè tutto prenda forma subito. Antonio per me è stato amicizia, esempio
di fede e di servizio, sicurezza e speranza di una
Chiesa rinnovata.
Fin da quando ci intrattenavamo in mille giochi, battute, sogni nel cortile della Salute,già allora s'intravedeva in lui qualcosa di speciale,
tra
saggezza ed equilibrio,tra slancio ed creatività,in quel suo guardare lontano ma senza che nessuno si perdesse......
Ne eravamo consapevoli, ogni giorno di più,e testimoni di quel crescere leggevo nell'umiltà, con passo deciso.
E che passo ! Tra noi si scherzava......diventerai il nostro Papa ! Sebbene Antonio aveva qualche anno meno di noi lo percepimmo subito
spiritualmente come un fratello maggiore, e tale per me è rimasto, anche se poi,con l'andar degli anni e degli impegni,i nostri incontri erano sempre più rari, ma comunque intensi.
Come dimenticare ad esempio quella serata bellissima al seminario,con lo spettacolo H 2 ORO.....finì con lui contentissimo che serviva la cena ai tavoli. In ogni incontro io e mia moglie
sentivamo quel suo continuo spezzarsi come pane per gli altri,dal modo unico con cui ti ascoltava e ci parlava. E con infinita leggerezza sapeva parlarci di cose importanti,fondamentali,le cose
che rendono veramente bella la vita vissuta con Gesù. Pregando per lui questa mattina,mentre immagginavo la Chiesa traboccante di persone venute a stringersi intorno ad Antonio,per prima è venuta
fuori una preghiera di lode,di ringraziamento per il dono che ci ha fatto di lui,di tutte le cose preziose,e per l'esempio che ci ha lasciato.Ma ho chiesto e pregato il Signore anche per una
altra cosa......che Antonio resti per me,come per tutti noi,anche da lassù il nostro
fratello maggiore nella fede,esempio di santità in Cristo Gesù. Ti abbraccio con affetto fraterno,come avrei fatto stringendoti stamattina,e
ti prego di estendere questo abbraccio a tutta la tua famiglia.
Caro Giuseppe, dispiace esserci conosciuti in un frangente così triste.
I ricordi cominciano nel luglio del 1998, quando io e mia moglie eravamo in viaggio di nozze,a
Dobbiaco , sulle Dolomiti nello stesso nostro albergo c’era Antonio e in quei giorni è nata la
nostra amicizia, vera, sincera, profonda. Amicizie così autentiche nelle quali bastava vedersi anche
una sola volta l’anno per riscoprire quell’empatia, quella semplicità, quella comunità d’intenti che ci univa. Anche se in parrocchie diverse, la nostra
amicizia si consolidò per via del mio impegno come catechista per la prima comunione dei bambini. In questi anni Antonio mi ha regalato tanti libri,molteplici
testi e documenti per svolgere sempre al meglio questo meraviglioso servizio.
Antonio si è sempre confidato con noi,delle sue esperienze pastorali,della sua malattia,del suo
impegno in Seminario, della sua gioia nel porsi al servizio di tutti. Il suo modo di essere ha fatto
si che anche noi, spontaneamente ,ci siamo aperti a lui ricevendo sempre il dovuto sostegno e
forza spirituale nella quotidianità della nostra vita di coppia e di genitori.
Quando andavamo a trovarlo in seminario ci metteva in pratica tutta la struttura a disposizione,
con grande gioia dei miei figli che scorazzavano festanti con un pallone,sia nel campetto di calcio,
sia nel campo di basket nel cortile interno. Naturalmente divenne la nostra guida spirituale. Ricordo perfettamentequando sabato 21 febbraio 2015 venne a trovarci a casa per pranzare con
noi. In quell’occasionemi confessai con lui e poi nel pomeriggio lo riaccompagnai in parrocchia. Ci salutammo con ilconsueto abbraccio,ma mai potevo immaginare che quello
fu il nostro ultimo incontro.
Esattamente una settimana dopo il suo funerale, ho fatto un sogno nel quale c’era anche Antonio.
Non so quanto possa contare una simile testimonianza, ne tantomeno il valore di un sogno,ma sono
rimasto colpito dalla scena nella quale mi sono ritrovato: ero entrato in una grande sagrestia piena
di sacerdoti,tutti vestiti con la giacca scura e il colletto bianco. Tra loro c’era Antonio, con il volto sereno e disteso, il quale siavvicinò,mi abbracciò con il consueto affetto
dicendomi: ”Dobbiamo farci quattro chiacchiere “.
Io allora risposi: Quando vuoi ! mi farebbe tanto piacere. Quando possiamo vederci ?
E lui replicò: Mandami una mail,così ci mettiamo d’accordo.
Poi lo vidi uscire dalla stanza, in compagnia di altri Sacerdoti.
Per giorni mi sono chiesto il possibile significato di tale
sogno, ammesso che ve ne sia uno.
Riteniamo che Antonio meriti di essere ricordato per tutto quello
che ha fatto per voi familiari,per
noi tutti e per la chiesa di Napoli che tanto ha amato dando tutto se stesso.
Sia io che mia moglie siamo a disposizione, con semplicità ed
umiltà,qualora tu volessi raccogliere
del materiale e testimonianze per ricordare,citando testualmente
quello che disse un Sacerdote nella
messa di venerdì 1 maggio, “ Il Sacerdote con gli Occhi di DIO”.
Con affetto sincero.
Caro signor Giuseppe,
La ringrazio della lettera e delle belle immagini che mi hanno
veramente toccato il cuore.
In questi anni Don Antonio ed io eravamo diventati amici, una amicizia
basata sulla stima
reciproca e sull’affetto.
Don Antonio era un sacerdote straordinario,buono,intelligente,
solare,appassionato,una
vera risorsa per la Chiesa. Ha fatto grandi cose per il Suo Seminario
e sono certo che i semi
che lui ha coltivato porteranno grandi frutti.
La notizia della sua morte mi ha veramente colpito
profondamente,provocando un grande
dolore. Tutti i sacrifici fatti da Don Antonio e da Voi tutti, fino al
dono del rene della vostra
amata sorella,e il mio impegno sono stati spazzati via da una morte
improvvisa e imprevista.
C’e voluta molta fede per accettare la realtà.
Io conservo nel mio cuore il ricordo di una persona straordinaria,che
sono certo continua a
vivere con noi e a vegliare su di noi.
Conservo anche il ricordo di una grande , bellissima famiglia,nella
quale l’amore cristiano è
pienamente realizzato.
Le porgo un grande abbraccio lo estenda a tutta la famiglia,in
particolare a lei e alla carissima
sorella che ricordo con particolare simpatia e gratitudine.
Anche Voi avete ora un amico per sempre nella mia città.
Giovedì 30 aprile, termina un mese e termina la tua presenza terrena in mezzo a noi.
Finisce il lungo percorso di accompagnamento, che ci ha visto tenuti dalla tua mano.
“Il Signore ha dato, il Signore ha tolto!“, così dice il versetto 21 del primo capitolo di Giobbe.
Ogni persona che ha beneficiato di un tuo incontro sicuramente è rimasta colpita ed arricchita; con la tua camminata dalle lunghe falcate, che ti contraddistingueva ed era oggetto spesso di imitazioni, passavi tra la gente, tra le loro storie i loro problemi e riuscivi come un re Mida a valorizzare ogni cosa intorno a te.
L’ultima volta che ci siamo visti, mi hai aperto la porta, con il solito sorriso che accoglie più di un caloroso abbraccio, nonostante il volto segnato dalla stanchezza dovuta dall’attacco di una brutta bronchite.
Vestaglia e camicia, l’ordinaria eleganza, delle persone con fine gusto, a cui ci hai sempre abituato, che non era altro che la punta d’iceberg di quell’ eleganza d’animo, comune a pochi, che possedevi, raffinata, gentile e disponibile nel capire e accogliere qualsiasi cosa ti venisse confidata.
Durante il tuo calvario durato circa 8 anni, non ho mai temuto che te ne andassi, avevo fiducia in Dio e nel fatto, che non si sarebbe mai potuto chiamare a sé, un Suo così devoto, sincero operoso servitore..
Durante la tua degenza, post trapianto, a Pavia, in quel letto di ospedale, per la prima volta al mio sguardo, uscì fuori la tua umana fragilità: la paura e la stanchezza negli occhi e la tenacia con cui ti tenevi stretto alla vita.
Ancora una volta ne uscisti vincitore, un sollievo per l’animo..
Ti era stato donato, ancora del tempo per dedicarti, ad edificare e servire la tua amata Chiesa.
Già, ciò, che sopra ogni cosa, mi hai testimoniato, come sacerdote, è l’amore per la Chiesa nonostante le sue miserie e povertà; testimone vero, non di quelli che elevano dal pulpito soltanto prediche, ma che incarnano i valori del Vangelo nella vita quotidiana, l’esempio migliore per chiunque, vicino o meno alla fede.
Come il santo curato d’Ars che iniziò il suo mandato nella piccola, ma sbandata e afflitta cittadina francese, così tu iniziasti la tua missione in via San Cristoforo riuscendo a renderla migliore e far diventare una parrocchia punto di riferimento per tanti. Quel Amore e cura minuziosa dei particolari, hanno portato frutti in abbondanza, in quel quartiere di periferia, così come nei luoghi dove poi ha proseguito la tua opera.
Ricordo, che durante un colloquio citasti una bellissima espressione di San Giovanni della Croce: “Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore”.. non bisogna aggiungere altro, Dio Padre ti avrà accolto a braccia aperte senza alcuna riserva.
Grazie Antonio
...Vederti lì in silenzio, senza vita, m' ha ferita nel profondo..
niente tuo dolce abbraccio d' accoglienza..
niente tuo sorriso di gioia di voler dat tutto ciò che avevi..
niente sguardo profondo e attento a scrutare i cuori per svuotarli di
ansie e riempirli di Conforto e Coraggio..
avevamo bisogno di sentirti parlare di Cristo e imparare dalla tua vita
come si può esser buoni e Santi in un mondo dove regna odio, presunzione , maldicenza..
Sei stato un Sacerdote con la "S" maiuscola e Dio non vedeva l'ora d' abbracciarti per congratularsi di persona per come hai portato a termine in modo eccellente la Missione a te affidata!
...questo silenzio che rimarrà eterno per il mondo è ora nei cieli canto festoso di
Angeli che Gioioso ti accolgonocon l'Infinito Amore che anche tu nutrivi per noi!
Grazie Padre di tutto e da li su intercedi per noi affinchè sappiamo "vivere"il tesoro che ci hai
lasciato per riabbracciarti in Paradiso.
Don Antonio era già un seminarista quando io iniziavo ad intraprendere la mia strada da ministrante.
Facevo parte dei cosiddetti ministranti "assidui" perché eravamo presenti durante le celebrazioni anche nei giorni feriali a differenza di coloro che prestavano servizio solo la domenica.
Io insieme ad altri amici ci prendevamo cura del servizio all'altare , della sacrestia e della custodia di oggetti sacri che occorrevano per la celebrazione eucaristica.
In quel periodo, mi raccontavano che il servizio di cui mi stavo occupando era stato anche un impegno preso da Don Antonio quando era solo un ragazzo. Ricordavano
con affetto della cura e della devozione con cui amava sistemare e riordinare in sacrestia grazie all' aiuto di Don Lopreiato.
Di fronte a quei piacevoli racconti, di chi aveva vissuto l'arrivo di un giovane che poi sarebbe diventato un prete cosi amato e rispettato per ciò che aveva portato alla parrocchia
Maria S.S. della Salute, nonché uomo di un sensibile temperamento diverso da qualunque altro ,non potevo che essere lusingato e compiaciuto.
Il giorno in cui Don Antonio divenne sacerdote ci fu grande festa, tutti gioivano per lui e già sapevamo quanto avrebbe contribuito nella chiesa e soprattutto per la diocesi di Napoli.
Io ero solito prepararmi per la messa delle 18 del sabato, ma mi piaceva recarmi in chiesa anche più di un' ora prima, e solo dopo un po' di tempo ,ho capito che mi anticipavo per ascoltare il
salmodiare del sacerdote novello Don Antonio Serra. Nel silenzio di pomeriggi estivi lo osservavo mentre passeggiava nel cortile o sul retro della chiesa recitando la Liturgia delle Ore con
una voce cosi intensa di amore e di gratitudine verso Dio che ancora oggi ricordo con ammirazione e stima, e che qualche volta cerco di imitarlo.
MONS. SERRA mi ha insegnato ,da quel momento in poi del mio cammino Cristiano ,la bellezza dei Salmi. Grazie a lui ho imparato a pregare attraverso le norme della Liturgia delle Ore.
Ancora oggi , a distanza, di 20 anni, mi commuovo pensando alla sua semplicità perché lui era felice solo quando pregava e son sicuro, che quando passeggiava con il suo breviario in quei
pomeriggi estivi , si sentiva un uomo appagato, sereno ,ricco, perché era vicino a Dio e gli bastava solo quello.
Grazie Antonio perché mi hai insegnato con il tuo sguardo, il movimento delle tue mani, i tuoi sorrisi, la vera meraviglia della preghiera e, soprattutto,
come cercare " l' irrangiungibile " significato della vita , se non nell' amore che viene da Gesù.
INFINITAMENTE GRAZIE !